Mostra fotografica IN NATURALE - 100 fotografie
“ Io sono ateo, ma il mio rapporto con le cose è pieno di mistero e di sacro. Per me niente è naturale, nemmeno la natura! “ (Pier Paolo Pasolini, 12-7-1968)
Ho deciso di intitolare questa sequenza di 100 fotografie “IN-NATURALE” ispirandomi ad una frase di Pier Paolo Pasolini che penso calzi a pennello al mio modo di vedere e rappresentare le cose. Si tratta di un viaggio immaginario in Europa.
Negli scatti prevale una composizione basata su geometrie, retaggio di passioni giovanili per l’arte rinascimentale iniziate con la lettura del libro di Charles Bouleau “Le geometrie segrete dei pittori”. In quel testo si parla delle regole impiegate dagli artisti per soddisfare la sete di ordine che caratterizza la mente di ogni esteta. L’essere umano ama le figure geometriche, la loro corretta disposizione nello spazio, il loro intrecciarsi o fondersi con lo scopo di trasformare la visione in piacere visivo.
L’armonia compositiva da sola è però fuorviante e sterile; per essere debitamente apprezzata ha bisogno di contrasti, di richiami alla quotidianità, al presente che, il più delle volte, di estetico ha ben poco!
Ogni tanto penso al “Concerto campestre” di Tiziano e a come la comparsa sulla scena di un pastore col suo gregge abbia un effetto devastante sull’armonia che i protagonisti del dipinto erano riusciti a ottenere con la musica: c’est la vie, parbleu!
Per questo motivo, nelle mie fotografie, accanto alle statue dell’Accademia di Carrara ho ripreso gli estintori, nei campi di girasoli controluce non ho atteso che passasse la ‘Fiat Panda’ del contadino, ho ripreso manichini di bambini uccisi installati da vetrinisti alla “maniera di Cattelan”, l’ulivo sacro ad Atena affiancato da impalcature di tubi Innocenti, monetine da pochi centesimi, ma dall’aspetto aureo, gettate a palate davanti alle reliquie di San Gennaro, le belle geometrie del Beaubourg immerse nelle reti anti-piccioni .... (ironia - madre mia!)… tanto per citare le immagini che ho sotto il naso.
La brutalità del presente mi piace farla rispecchiare nelle opere dell’uomo quindi tendo a non fotografare direttamente le persone; l’immagine di una vetrina, il più delle volte sostituisce con maggior efficacia quella dei consumatori. Le vetrine sono lo specchio di molti stereotipi del vivere sociale, ovviamente li esprimono più di quanto lo faccia la gente per strada, generalmente distratta o indaffarata.
L’altro ieri ho trovato in una vecchia busta Ilford, accanto a immagini che stampai più di quarant’anni fa, una frase molto bella, messa lì da qualche spirito buono e consolatore per dirmi che non sono troppo vecchio per una mostra d’esordio come fotografo.
È un testo tratto da una novella di Italo Svevo nel quale si parla del “presente che dirige il passato come un direttore d’orchestra i suoi suonatori. Gli occorrono questi o quei suoni, non altri”. Per questo motivo voglio esporre le mie opere per temi o analogie compositive, senza datarle.
Andrea De Filippi
Andrea Cesare De Filippi è nato nel 1955 a Mondovì.
Si è laureato alla facoltà di Architettura del Politecnico di Torino dove ha frequentato per alcuni anni i corsi di Achille Castiglioni e dove ha avuto l’opportunità di conoscere, tra gli altri, Bruno Munari. I due designers sono stati fondamentali per la sua formazione culturale e per l’apprendimento di metodologie didattiche che lo hanno portato a insegnare “Disegno e storia dell’arte” a partire dagli anni ’90. In età giovanile ha esposto le proprie sculture in alcune mostre e ha esercitato la professione di Architetto. Attualmente è titolare della cattedra di “Storia dell’arte” al Liceo “De Amicis” di Cuneo, sua città di adozione.
mostra
Palazzo Samone, via Amedeo Rossi 4, Cuneo
8 giugno – 2 luglio
giovedì e venerdì dalle 16 alle 20
sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20
Ingresso libero