di Alessandro Claudio Giordano
In questi ultimi anni il mondo dell’informazione è mutato profondamente. E questo sia per la carta stampata che per radio e televisione. Le redazioni ed alcuni mestieri tipici dell’informazione hanno cambiato tempi e modalità d’interazione, con un pubblico che spesso colloquia con e sul web, Quale relazione c’è oggi tra il giornalismo ed i nuovi media. Ne abbiamo parlato con Giorgia Catalano poetessa, scrittrice, giornalista, lettrice di audio libri e conduttrice radiofonica per WRN Radio. Ecco la nostra chiacchierata.
D. – Quali sono le principali criticità o sfide legate all’uso dei nuovi media, e come affrontarle? Qual è il ruolo dell’etica in questo contesto?
R. – A differenza del passato (anche non troppo remoto), oggi viviamo costantemente sospesi tra il virtuale e il reale, tra notizie autentiche e fake news. Scorre tutto molto rapidamente. Siamo tutti nella vita di tutti. E’ come se esistesse una immensa famiglia che non conosce confini, perché abbiamo ogni cosa, persona, o situazione, a portata di click. E questo potrebbe essere positivo, nella misura in cui zigzagare nel web, ci consente anche di avvicinarci a mondi, magari a noi poco noti. Tutta questa immediatezza di immagini, contenuti e suoni, però, crea stress – anche se non ce ne rendiamo conto. Per essere particolarmente visibili (che è l’obiettivo di chiunque, a qualsiasi titolo, decida di proporsi sulle varie piattaforme) bisogna stare al passo, capire come poter attirare sempre più sostenitori, ed essere molto presenti. E’ un flusso intenso di informazioni che ci arriva, quotidianamente, attraverso contenuti visivi, ma non soltanto, e che, gioco forza, condiziona, anche inconsapevolmente, la nostra quotidianità e, talune volte, anche il nostro modo di pensare. La difficoltà reale è quella di saper gestire con saggezza questo flusso, senza farsi fagocitare completamente da questo mare magnum.
In sintesi: è importante avere un forte senso di identità, per non rischiare di perdersi nei meandri del web. Per etica, personalmente, intendo – in senso lato – la buona educazione, e il rispetto (per sé stessi e per gli altri). Ognuno sfrutti i valori che ha a disposizione nel proprio bagaglio di vita. Ciò che è corretto per me, potrebbe non esserlo per un’altra persona. Ed è proprio qui che, indipendentemente dalle nostre esperienze personali, entrano in gioco rispetto e educazione.
D. – Come vedi l’impatto dei podcast e dell’audio on-demand sul tradizionale modello di trasmissione radiofonica e come le tecnologie moderne consentono la personalizzazione dell’esperienza radiofonica per gli ascoltatori?
R. – La radio, oggi, si può seguire dalle frequenze in FM, in Dab, sul Web. C’è poi la radiovisione (per le emittenti che prevedono questa modalità di trasmissione), che fa vivere al pubblico, in modo ancora diverso, questo strumento di comunicazione. A questa già importante possibilità di scelta, si sono aggiunti i podcast e l’on-demand, e quelli che io definisco gli ascolti in differita. Sono tutte opportunità aggiuntive che l’ascoltatore ha imparato a gestire, a seconda delle proprie necessità. Poter accedere a contenuti immediati, o in differita, lontani certamente dall’immagine più tradizionale della radio, ha permesso al pubblico di cambiare anche abitudini e preferenze, perché sa di poter fruire di canali alternativi a quelli standard. Esigenze e gusti sono diversi, rispetto al passato, così come lo sono le aspettative, ben precise, che possiamo capire attraverso l’andamento degli ascolti.
D. – Come stanno emergendo nuovi formati di contenuto radiofonico per adattarsi ai cambiamenti nelle abitudini di ascolto?
R.- Oggi è molto diffuso il mordi e fuggi, l’istantaneità, proprio perché i nuovi media ci consentono passaggi molto rapidi da una dimensione all’altra: da un podcast, a un programma in diretta, a una live sui social.
I nuovi format devono tenere conto di tutto questo; non va assolutamente sottovalutata l’importanza dei contenuti; per essere “competitivi” bisogna proporne sempre di originali e rassicuranti, al tempo stesso. Non si deve dimenticare, comunque, che abbiamo una storia, un vissuto e che, tra gli ascoltatori e le ascoltatrici, soprattutto i non giovanissimi gradiscono ritrovarsi, in qualche momento della giornata, in uno o più programmi che ripercorrano il passato, abbracciando il presente. E, più in generale – questo vale per ogni fascia di età in ascolto -, è molto importante fare inclusione. Il pubblico va costantemente coinvolto. Il pubblico, lo dico sempre ad ogni inizio di puntata, o quando conduco eventi in esterna, è il vero protagonista, perché senza gli ascoltatori, potremmo spegnere tutti i microfoni. Funzionano ancora le richieste musicali, i sondaggi, e la creazione di un rapporto “familiare” con chi ci segue (e in questo, ci vengono in aiuto anche i social che rendono più immediata e, per certi versi, confidenziale, la conoscenza degli speaker preferiti). Queste sono le carte vincenti che possono distinguere la radio attiva, dall’ascolto passivo di un podcast, o di una playlist.
D. – In che modo le stazioni radio utilizzano i social media per interagire con il loro pubblico e promuovere i loro programmi ed in che modo stanno lavorando per essere più accessibili e inclusive, specialmente considerando le diverse esigenze e preferenze del pubblico?
R. – Riprendendo il concetto dell’inclusione, questo vale anche per l’utilizzo dei social network. Anche in questo caso, entrano in gioco non soltanto la varietà e importanza dei contenuti proposti, ma anche la loro qualità e originalità. Devono avere un impatto immediato sui visualizzatori, direi al pari del titolo di un articolo di giornale. E’ importante anche ricordare che ogni social ha un proprio linguaggio, e un proprio seguito. Lo stesso promo, pubblicato su più social, totalizza, nella maggior parte dei casi, un numero di visualizzazioni molto diverse tra loro. Deve esserci uno studio continuo della risposta che arriva dalla “platea”. E’ questo che influisce, poi, sulle scelte editoriali e sulle strategie da adottare per poter includere al meglio il pubblico consolidato e attirare l’attenzione di nuovi ascoltatori e ascoltatrici.
D. – Quali consigli daresti a coloro che vogliono intraprendere una carriera nel campo dei nuovi media, come creatori di contenuti o influencer?
R. – Stanno prendendo piede anche gli influencer virtuali, quindi l’impresa dei creators e influencer umani si fa sempre più ardua. Tuttavia, credo che i punti di riferimento, per poter proporre contenuti interessanti, siano da cercare osservando attentamente le preferenze della famosa platea, cui accennavo prima. E’ importante guardarsi intorno e capire che cosa piace maggiormente (video, canzoni, post e non solo…); questo offre l’opportunità di instradarsi correttamente. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra ciò che noi siamo e ciò che “gli altri” sono, tra ciò che vogliamo condividere e le aspettative dei followers. Un suggerimento: mai demordere, né sentirsi sconfitti se i risultati non si ottengono tutti e subito. E…. parole d’ordine: creatività e originalità.
Giorgia Catalano (in arte Giorgina) nasce a Ventimiglia, nel 1971, ma vive a Torino, fin da tenera età. E’ poetessa, scrittrice, recensisce libri, musica, ma anche film ed è lettrice di audiolibri. E’ Vicepresidente dell’Associazione di Promozione Sociale torinese: “Club dei Cento” del Cav. Giorgio Milanese, in seno alla quale organizza concorsi letterari, eventi musicali, culturali e spettacoli di beneficenza, che poi conduce. Collabora, spesso, con realtà associative del territorio, ma non soltanto, per la realizzazione di eventi in sinergia. Nel suo background c’è molta musica. Ha studiato canto, fin da bambina, e ha fatto parte di diverse corali polifoniche. E’ autrice dei suoi format radiofonici, speaker e regista. Negli anni, ha proposto programmi dedicati alla letteratura, alla sana alimentazione, e allo spettacolo. Il suo decennale programma di intrattenimento e approfondimento culturale: “L’isola che non c’è”, va in onda su WRN Radio (www.wrnradio.eu) dal 2016 (attualmente, ogni lunedì, dalle 21); precedentemente, sulle frequenze di Radio Italia Uno. Nutre il format la presenza di volti noti dello spettacolo e di artisti emergenti, nonché di personaggi importanti del mondo culturale, compresi medici specialisti, proposti dall’Accademia di Medicina di Torino, con la quale è in essere una stretta collaborazione da tre anni. Per la seconda stagione consecutiva, conduce anche il Buongiorno col sorriso, in onda sempre su WRN Radio, ogni mattina, dalle 7, offrendo al pubblico suggerimenti, consigli utili, curiosità, ricette e molto altro.