di Alessandro Claudio Giordano
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’, NO ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, NO ALLO SMANTELLAMENTO DEL SSN pubblico, universalistico, gratuito con questo slogan si è mosso ed il Comitato Vivere la Costituzione iniziando a Cuneo una raccolta firme in difesa del servizio sanitario pubblico non più adeguato alle esigenze della comunità. Cos’è questo Comitato? Diremmo in prima battuta: la gente comune, nello specifico associazioni di volontariato e di utenti, organizzazioni professionali, comitati spontanei, pazienti e medici che per la prima volta tutti insieme, denunciano portando alla luce attraverso il confronto di piazza i limiti di un SSN che dal 2010 al 2019 avrebbe perso circa 37 miliardi di euro. Dati alla mano, la spesa sanitaria pubblica nel 2022 è il 6,8% del PIL ponendo l’Italia al 14°posto in Europa. Nel 2023 il rapporto spesa sanitaria/PIL è del 6,6% con la previsione di scendere ulteriormente al 6,2% nel 2024, fino al 6,1% nel 2026, molto al di sotto del valore pre-pandemia del 2019. La salute delle persone è un diritto fondamentale che oggi condiziona anche la crescita del PIL del Paese. Così il Comitato sottolinea “… è una priorità su cui investire e non un costo da tagliare. Chiediamo che la spesa sanitaria venga riportata almeno ai valori della media europea (7,1% del PIL)”. Così molti aspetti del SSN vengono coinvolti: intanto la carenza di personale drasticamente diminuito dal 2012 al 2019 per poi risalire parzialmente nel 2020 e 2021 (inserimenti a termine per fronteggiare la pandemia COVID). Nello specifico le assunzioni previste da un recente accordo Regione coprono parzialmente il turn over del personale sanitario piemontese e non sono sufficienti a rispondere all’invecchiamento dello stesso (+ 17% dei medici e + 31% degli infermieri over 60 anni negli ultimi dieci anni). Paghiamo ancora i tagli imposti dal piano di rientro del debito eccessivo imposti alla Regione nel periodo 2010 – 2017. Poi i posti letto. Nel 1980 per malati acuti i letti erano 922 ogni 100 mila abitanti; oggi sono 275, e solo dal 2000 ad oggi sono stati tagliati oltre 80.000 posti letto. Nel 1980, gli over 65 erano il 13,1% della popolazione e gli over 80 soltanto il 2,1%; tali percentuali sono aumentate, raggiungendo nel 2002 e nel 2020 rispettivamente il 16% e 21% degli over 65. Oggi tale percentuale è il 24%, di cui il 7,6% sono over 80; in Italia ci sono circa 14 milioni di over 65. Un altro dato che può essere utile per comprendere alcuni fenomeni come ad esempio le lunghe liste d’attesa, l’affollamento negli ospedali e non solo nei DEA, la lunga attesa per interventi e prestazioni sanitarie in generale, è l’andamento dei posti letto. Parrebbe allora che il casus belli sia stata la riforma del titolo V della Costituzione del 2001, posta ai tempi in essere per estendere le autonomie regionali, ma che di fatto ha allargato nell’ambito della tutela della salute il gap tra regione e regione, provocando una forte disomogeneità nei venti sistemi sanitari regionali qualitativamente molto diversi tra loro.
Ugo Sturlese uno dei promotori dell’iniziativa, sottolinea: “Abbiamo un SSN in gravissime difficoltà. Tanti gli aspetti coinvolti e poche prospettive per cambiare una situazione che via via via peggiorando. Abbiamo scelto la piazza e la raccolta firme per stare vicino alla gente che quotidianamente vive tutto questo. I disservizi, la carenza di personale nelle strutture ospedaliere e di lungo degenza, i tempi di accesso alle prestazioni ambulatoriali, le difficoltà nei DEA sono ormai parte della quotidianità di chiunque voglia o debba affrontare il tema sanità da osservatore, da medico o suo malgrado, da degente. Ed allora? Si tratta di partire da “cosa non c’è” ricordandoci di quanto l’accesso alle cure anche gratuite sia un diritto acquisito e non debba mai essere messo in discussione. Seppur ci siano obiettivamente ostacoli importanti da superare, conta essere propositivi e dare segnali importanti di presenza e presidio“. Da mesi stiamo girando il territorio organizzando, prima con Libera, poi con Vivere la costituzione che comprende CGIL, Mico’, Amnesty International, Emergency ed altri un ciclo di assemblee che ad oggi sono state molto partecipate. Abbiamo visitato Demonte, Borgo San Dalmazzo, due volte Cuneo e poi Bernezzo, Verzuolo e Santa Croce di Cervasca. Avremo ancora in programma Dronero, Mondovì ed il quartiere San Paolo, Abbiamo avvicinato ad oggi ottocento persone raccontando loro la storia delle trasformazioni della sanità nel dopoguerra, dalle Mutue al Servizio Sanitario Nazionale e ragionando sui problemi determinati dalla non incisiva applicazione del SSN, dalle grandi carenze formative, alla scarsa remunerazione così le fughe all’estero o nel privato, molto favorito dai finanziamenti governativi. Tornando a noi e concludendo: persistono quindi grossi problemi: il sottofinanziamento del SSN, la mancata formazione degli operatori con stipendi bassi, liste d’attesa infinite, liste chiuse. Non è facile dare uno sbocco al disagio e alla rinuncia alla cura per quattro milioni di cittadini poveri. A Lodi la CGIL si é organizzata agendo azioni legali in base alla Legge1998 e poi 2005, come sostiene Agnoletto, che non consente la chiusura delle liste e lunghi sforamenti nelle attese. Si possono allora fare azioni di gruppo ma anche di singoli trattandosi di diritto esigibile per legge. Qualcuna ci ha provato con successo anche da noi, ma certo sarebbe meglio impegnare un’istituzione o quanto meno un gruppo organizzato, magari tutelato da un legale. La prestazione avverrebbe col solo pagamento del Ticket anche nel privato, che in questo modo corriamo il rischio di potenziare. Ma in questo momento è un rischio che dobbiamo correre, controllando però la distribuzione delle quote di lavoro Pubblico e Privato. Continueremo i presidi e la raccolta firme. Ad aprile poi, l’8 sarà manifestazione europea”.