di Alessandro Claudio Giordano
Proseguono le chiacchierate con i sindaci delle vallate cuneesi con cui facciamo il punto sulla realtà che analizziamo, evidenziandone: eccellenze, criticità e prospettive alla luce delle nuove esigenza della comunità valligiane. Con Germana, sindaco di Roccavione, ho volutamente affrontato il tema dello sviluppo transfrontaliero, coniugato con una q uotidianà allarmata per la chiusura sine die del tunnel del Tenda che ha tra l’altro causato una forte contrazione socio economico della vallata rimasta senza quell’ossigeno che il turismo trasfrontaliero concedeva. Ed il resto? Lo spopolamento della vallata, la carenza di un sistema viario ancora più sacrificato per la mancanza di accesso al nizzardo che sempre rappresenta per la nostra realtà lo sviluppo naturale. E Germana che “mastica” diremmo di politica e conosce la sua città e la sua vallata non ha esitato un istante a promuovere un raccolta firme sulla riapertura del Tenda e spende la sua quotidianità tessendo i “buoni rapporti” con i sindaci vicini, anche quelli della val Roya con cui ha trovato, almeno credo, un’unità di intenti…
D – Roccavione, guarda al capoluogo, ma con attenzione allo sviluppo dell’intera valle Vermenagna. Come sindaco puoi tracciare un profilo della città ricordando progetti e criticità?
R.- Roccavione è un paese posto alla confluenza di due splendide valli alpine sviluppate turisticamente. La variante alla statale 20 insieme alla circonvallazione della provinciale Roaschia ha eliminato il passaggio di veicoli pesanti ma anche il traffico turistico che si dirigeva verso la valle Gesso e il Tenda; se poi aggiungiamo la vicinanza alla cittadina di Borgo e a tutto il suo sistema di centri commerciali, possiamo capire come si è potuto giungere alla tempesta perfetta: una pesante desertificazione commerciale.
Questa risulta essere una forte criticità! Tuttavia compito di un’amministrazione è quello di analizzare i problemi e operare per trasformarli in opportunità. Essere paese di fondovalle può significare poter attrarre quei turisti che non hanno una meta precisa ma desiderano muoversi verso monte o verso valle per conoscere il territorio nel suo complesso. Essenziali per questo sono i collegamenti e Roccavione è ottimamente servita da strade (bovesana e statale 20) , dagli autobus della conurbazione urbana di Cuneo e dalla linea ferroviaria Torino Ventimiglia Nizza. Sul mantenimento di questi servizi non ho mai risparmiato le mie energie!
A breve (i cantieri apriranno a fine 2024) un’altra infrastruttura sarà a disposizione: la pista ciclabile Eurovelo 8, cosi denominata perché progettata per collegare Lisbona con Atene. Il tratto afferente il nostro territorio collegherà Robilante con Cuneo e nel nostro comune saranno costruiti 2 ponti per scavalcare la variante e il Gesso. Finalmente potremo arrivare a Borgo senza rischiare la vita!
L’Eurovelo 8, la velostazione con i servizi di interscambio ferro gomma e l’ostello per biker, la stanza del bimbo capostazione, l’archeo stazione con la Fermata dei saperi , polo culturale e sede di raccolta multimediale di tutti i siti archeologici delle nostre valli in collegamento con Tenda, Villlefranche e Balzi Rossi finalizzata al turismo scolastico, l’area camper in prossimità della pista ciclabile ottimamente collegata con la Bovesana , la valorizzazione della risorsa naturale del Parco di San Sudario e delle sponde del Gesso ,entrambi inseriti nel Parco Fluviale, fanno parte di quella visione moderna e aperta al futuro che ha caratterizzato da sempre le Amministrazioni comunali del nostro paese. La passione per la Bellezza, la cura del territorio, l’accoglienza sono l’obiettivo cui tendiamo costantemente per rendere piacevole la vita di chi risiede permanentemente o di chi soggiorna anche per poco tempo.
D. – La val Vermenagna ha sempre rappresentato un riferimento importante per le relazioni con la Francia. A distanza di qualche anno dalla chiusura del colle di tenda quanto ne ha risentito l’economia della vallata e di tutto il cuneese?
R.- L’assenza del collegamento stradale del Tenda e l’attuale situazione della linea ferroviaria Torino Cuneo Ventimiglia costituiscono un vulnus profondo che non si misura solamente in termini economici ma impatta psicologicamente sugli abitanti che si sentono costretti dentro un recinto in cui manca l’ossigeno dato dallo scambio con i paesi “oltre”; nei millenni i nostri popoli hanno attraversato sempre le montagne che per noi sono cerniera e non confine o divisione e lo hanno fatto per mille ragioni, commerciali, turistiche, culturali; impedirlo significa privarci di un diritto costituzionale fondamentale.
D.- Le difficoltà in campo di occupazione, lo spopolamento delle vallate, uno sviluppo economico delle vallate può passare attraverso una migliore collaborazione tra i comuni ed più in generale gli enti locali (Provincia e Regione)?
R. – Della prima legge nazionale sulla montagna del 1952 (“Provvedimenti in favore dei territori montani” relatore Amintore Fanfani) molto si è scritto, poco si è attuato. Le enormi possibilità nel campo delle risorse forestali, in gran parte lasciate all’incuria, necessitano di procedure più snelle e del riordino fondiario promesso proprio da quella legge.
Occorre essere chiari su che cosa si intende per montagna: è un ambiente naturale da conservare tout court e allora l’uomo non ha posto o è un circo della neve a sola disposizione dei turisti, vogliamo dei paesi con tutti i servizi, in primis di ricezione satellitare e internet veloce dove la gente possa sentirsi parte del mondo o baite stucchevoli per turisti in paesi da cartolina? Manca da molto tempo su questo una riflessione seria della politica e intanto lo spopolamento prosegue a ritmi incalzanti.
Il PNNRR, i fondi Regionali, nazionali ed europei, le risorse delle fondazioni bancarie, faticano a fare i conti con le reali esigenze locali; a volte vediamo premiati e messi in piede roboanti progetti dove l’importante è la narrazione che si costruisce; portano risorse a tutti fuorché alle popolazioni locali e non risolvono problemi.
D. – E’ di qualche giorno fa dell’assemblea Occitana che recita “…Come Assemblada Occitana crediamo che la provincia Occitana dovrebbe essere riconosciuta come regione autonoma (come avviene già ora per le province di Trento e Bolzano). L’istituzione di una provincia autonoma Occitana dovrebbe fare diritto anche ad una quota di parlamentari garantiti come minoranza linguistica. Crediamo che come occitani abbiamo il diritto di essere rappresentati in parlamento”. L’eventuale nascita di una provincia Occitana garantirebbe una maggiore autonomia decisionale alle nostre montagne in materia di gestione della viabilità, delle materie scolastiche, della montagna e dell’agricoltura?
R. – Provincia Autonoma Occitana. Proprio a me questa domanda? La bandiera occitana sventola dal 2000 accanto a quelle d’ Italia e d’ Europa dal Municipio di Roccavione e sono stata promotrice della legge sulla tutela delle minoranze linguistiche, la 482 del 1999 che proprio da noi è stata festeggiata nel 2000 con rappresentanti di tutte e dodici le minoranze citate. E’ arrivata in ritardo, come temo fuori dal tempo ora chiedere una provincia autonoma; si sarebbe dovuta proporre nell’immediatezza della costituzione della Repubblica; è mancato il coraggio dei nostri rappresentanti politici o piuttosto una provincia bianca faceva comodo nel panorama politico di quei tempi?
Abbiamo però un’occasione unica proprio in questo momento e non vorrei si perdesse nuovamente il treno…Nel novembre 2021 è stato firmato tra Italia e Francia un Trattato di cooperazione rafforzata per una stretta collaborazione, nelle regioni transfrontaliere, in tema di sicurezza, giustizia, affari interni, cooperazione economica e digitale, istruzione, cultura, ambiente e altro ancora.
L’obiettivo esplicitamente menzionato risulta “l’autonomia nella strategia europea”, quindi riguarda un lavoro interconnesso tra le valli francesi vicino alla nostra frontiera, le nostre comunità insieme a quelle liguri e francesi rivierasche. Ho partecipato a nome della nostra Unione Montana ad alcune riunioni svolte a Menton e Sanremo con la finalità di costituire un GECT (GRUPPO Europeo DI COOPERAZIONE TERRITORIALE). Un mese fa l’ultima riunione a Limone Piemonte. Subito dopo le elezioni dovrebbe partire l’accordo sulla firma di un protocollo per azioni comuni e per l’ottenimento di fondi europei agevolati.
D. -L’iniziativa sulla riapertura del Colle di Tenda che hai promosso su change.org, sta riscotendo parecchie adesioni tra la gente comune. Quanto è lontana oggi la politica dalla quotidianità?
R. –Ho lanciato su change org queste petizioni perché ricevevo continue sollecitazioni via mail che chiedevano di far sentire la loro voce e di chiedere rispetto, verità e chiarezza per noi che viviamo qui e che di queste opere abbiamo un bisogno assoluto.
Un risultato è stato raggiunto con la firma della convenzione per la ferrovia ma la strada è ancora lunga e ho paura che sarà anche molto tortuosa…
D. -Per Sébastien Olharan, sindaco di Breil-sur-Roya in Italia sarebbero le imprese a scandire tempi ed impegni, per il sindaco di Tenda, Jean-Pierre Vassallo, invece ci si ricorderà del cantiere del Tenda come uno dei più grandi insuccessi mai conosciuti. E’evidente siano stati commessi errori di programmazione e di progettazione Qual è la tua opinione al riguardo?
R. – Non hanno torto i due colleghi della Valle Roja, li conosco entrambi e so che sono sinceri e appassionati riguardo all’impegno per le opere. Direi però che la Francia non si può tirar fuori attribuendo all’Italia tutte le colpe perché tutto si decide nelle riunioni delle Conferenze Interegionali e lì i partecipanti…diciamo che non hanno brillato per impegno e passione…poi mi taccio!
Secondo me comunque l’opera che avremo, quando non lo so, sarà indegna del secolo 21^ perché si doveva chiedere un tunnel basso, sopra quello ferroviario, che giungesse a Vievola. Credo che noi cuneesi abbiamo una ritrosia naturale a presentare richieste, non parliamo di pretendere …e quindi ci troveremo con questa opera già vecchia prima di essere terminata.
D. – Se dovessi rispondere ad un battage pubblicitario ed indicare in tre punti le ragioni per le quali un turista dovrebbe venire a Roccavione o in val Vermenagna cosa proporresti?
R. – Le nostre Valli possono soddisfare tutte le richieste che avanza un turista che ama lo sport organizzato e quello libero, le terme, la natura dei boschi e delle vette, la storia. Tra l’800 e il 900 il grande Clarence Biknell scoprì e valorizzò in tutti i suoi aspetti le nostre meravigliose Alpi Marittime e i loro habitat rarissimi in Europa. Sono sicuramente splendide le Dolomiti ma resterete delusi se vi aspettate la flora lussureggiante delle nostre montagne!
Roccavione ambisce ad essere la “porta di valle “che apre a questo ventaglio di possibilità.
I Borghi e le Valli, i Saperi gastronomici e molto altro saranno l’obiettivo del turismo in divenire che potrà essere una valvola di sfogo al turismo delle città d’arte ormai impraticabili e sempre troppo affollate.
Resta da progettare e organizzare un territorio con una ricchezza straordinaria da esplorare …un giacimento di possibilità da sfruttare per creare economia. Le tre valli Vermenagna Gesso e Stura si sono unite per creare MARGREEN, una green community che può essere l’embrione di questa nuova visione