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Sanità giusta: progetto, difesa e sviluppo

12/05/2024 | Sanità Cuneo e Granda

E’ importante parlare oggi di sanità e questo non tanto a titolo di cronaca quanto piuttosto per valutare e contribuire con idee e possibili progetti alla soluzione di un tema che parte della nostra quotidianità.

Così l’assemblea dello scorso giovedì nel quartiere San Paolo ha espresso per numero di partecipanti il segnale di quanto sia richiesto un sempre maggior impegno civico e collettivo sempre più in crescita  per la difesa di una grande conquista sancita dall’Art.32 della Costituzione, che tutela la salute individuale e collettiva come Bene Comune primario, gratuito e universale. La fine della pandemia da Covid, aveva evidenziato alcune carenze del nostro Servizio Sanitario Nazionale in alcune Regioni e in particolare sul versante dei servizi territoriali. Alle parole non sono seguite le iniziative malgrado le promesse di tutte le forze politiche di governo e di opposizione, un potenziamento del servizio pubblico, a fronte di un quasi esclusivo vantaggio per le strutture sanitarie private, come evidenziato dalla ultima legge di bilancio. Dalla riunione è emerso un persistente sottofinanziamento del Servizio Sanitario, ripetuto e replicato nel tempo per una responsabilità diretta e per nulla accessoria dei governi che, di diversa appartenenza politica, hanno sottostimato la gravità della situazione generale.

Le criticità? Ad esempio tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero che si sono riversate sulle fasce più deboli della popolazione (almeno 2 milioni di persone), che non riescono piu’ a curarsi non avendo i mezzi per ricorrere alle strutture private, le necessità formative degli operatori sanitari, ed ancora una continuità nel servizio al malato ed un supporto maggiore alla struttura sanitaria non ospedaliera, leggasi medici curanti.

LE ASSEMBLEE SUL TERRITORIO

Quasi un anno fa associazioni come “LIBERA Cuneo”, DICA 32 di Mondovì; la CGIL di Cuneo; Comitati quale “VIVERE LA COSTITUZIONE” e “Gruppi di Operatori come quelli riuniti sotto la sigla “DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE” avevano dato vita ad una serie di assemblee (15) in molte città e paesi del Comprensorio territoriale di Cuneo (10),e a Verzuolo, Mondovì, Saluzzo, Garessio, Ormea e altre saranno programmate per informare i cittadini sulla storia e sull’evoluzione del Servizio Sanitario e sui diritti negati ai cittadini, in particolare la mancata accettazione nelle Liste d’attesa (Liste chiuse) o il rinvio degli appuntamenti oltre ai tempi di attesa definiti dalle Classi di urgenza (U Urgente entro 72 h, B Breve entro 10 giorni, D Differibile 30 gg per le visite, 60 gg per accertamenti strumentali, P Programmata 120 gg, diritti tutelati dalla Legge:  Decreto Leg. 124/98 (ricorso all’intramoenia) e Legge 266/2005 (divieto di chiusura delle Agende di prenotazione).

Con queste iniziative sono state contattate oltre 1500 persone (con una media di 100 persone per assemblea, ma in tre occasioni con oltre  160 persone) e con le stesse iniziative ed i banchetti in strada bisettimanali nelle ultime otto settimane sono state raccolto  2800 firme. Il fatto positivo è consistito nel raccogliere le Mail (1750, delle quali 300 hanno aderito al Gruppo “Comitato a sostegno del SSN)  per poter fornire alle persone disponibili aggiornamenti e documenti di aggiornamento. Inoltre dopo alcune assemblee, per esempio a Dronero, si sono formati gruppi di monitoraggio dei casi critici. Ad alcune di queste persone sono state consegnate negli ultimi incontri istanze da presentare all’URP (ufficio Relazioni col pubblico), e in caso di risposta negativa al Difensore Civico Regionale. Ora si è costituito un punto di ascolto e di sostegno, dotato anche di un Avvocato, e sarà diffuso un modello standard di “Istanza”.

A margine della riunione Ugo Sturlese, tra gli organizzatori delle assemblee territoriali, oltre che capogruppo di Cuneo Beni Comuni al consiglio comunale cittadino  sottolinea “…la sanità giusta è la battaglia che dobbiamo alla comunità. La quotidianità ci mette di fronte ai limiti ad un Sistema Sanitario in grave difficoltà. Non servono allora interventi tampone, è necessaria invece un’iniziativa di sviluppo del SSN, ma nel contempo di difesa di quelle garanzie di continuità e gratuità sancite dalla Costituzione. Oggi serve un progetto e come già ripetuto più volte, non necessariamente legato alla politica di una delle parti. Serve buon senso ed capacità di cogliere le esigenze e le aspettative della gente. In questi mesi le assemblee territoriali ci hanno dato il polso di una situazione grave. La partecipazione numerosa ci ha confermato quanto sia sentito il tema e quanto rapida deve essere la tempistica di intervento. Importante ricordare che la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e l’autonomia differenziata rischia di ampliare il divario tra Nord e Sud d’Italia in termini di diritto alla salute. È dunque necessario un piano straordinario di finanziamento del SSN e specifiche risorse devono essere destinate a rimuovere gli squilibri territoriali. La allocazione di risorse deve essere accompagnata da efficienza di in un Paese dove due ospedali su tre hanno più di cinquant’anni, e uno su tre è stato costruito prima del 1940. Da decenni si parla di continuità assistenziale (ospedale-territorio-domicilio e viceversa), ma i progressi in questa direzione sono timidi. Oggi il problema non è più procrastinabile: tra venticinque anni quasi due italiani su cinque avranno più di 65 anni (molti di loro affetti da almeno una patologia cronica) e il sistema non sarà in grado di assisterli. La spesa per la prevenzione in Italia è da sempre al di sotto di quanto programmato, il che spiega in parte gli insufficienti tassi di adesione ai programmi di screening oncologico che si registrano in quasi tutta Italia. Ma ancora più evidente è il divario riguardante la prevenzione primaria; basta un dato: abbiamo una delle percentuali più alte in Europa di bambini sovrappeso o addirittura obesi, e questo è legato sia a un cambiamento – preoccupante – delle abitudini alimentari e a scarsa attività fisica. Molto va investito, in modo strategico, nella cultura della prevenzione (individuale e collettiva- determinanti di salute). Molto, quindi, si può e si deve fare sul piano organizzativo, ma la vera emergenza è adeguare il finanziamento del SSN agli standard dei Paesi europei avanzati (8% del PIL), ed è urgente e indispensabile, perché un SSN che funziona non solo tutela la salute ma contribuisce anche alla coesione sociale e anche allo sviluppo economico”.

Ed allora potremmo chiederci “…a che punto è la notte (della sanità pubblica) ? Confermando il poco ottimismo per una soluzione. Comunemente si dice che la notte porti consiglio, che sia l’unico spazio Eppure la notte è anche il tempo di attesa dell’alba, al buio ci troviamo faccia a faccia con i nostri dubbi e con le nostre paure, paure in questo caso, nostro malgrado ben riposte. Mi auguro, ci auguriamo che iniziative come questa vengano sempre più organizzate. La battaglia per un Sistema Sanitario migliore è condivisa e sentita, avanti uniti si può…

 

 

 

 

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