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Intervista a Marco Vernetti, presidente del consiglio comunale

12/07/2024 | Cuneo sala consilare

Ci siamo ormai abituati da tempo a dar spazio alle istanze di carattere politico che caratterizzano la quotidianità politica della città. Maggioranza ed opposizione si affrontano spesso di fioretto e qualche volta di spada, ho trovato interessante fermarmi un attimo sull’aspetto più tecnico chiarendo meglio l’attività consiliare nella sua globalità. Per questo di fronte ad un caffè con la cornice di piazza Galimberti ho chiacchierato con Marco Vernetti, presidente del consiglio comunale di Cuneo…

D. – Sono trascorsi ormai due anni dall’inizio della legislatura. Qual è – numeri alla mano – il bilancio di questo Consiglio comunale?
R. – Dal luglio 2022 a fine maggio ci sono state 13 sedute di Consiglio con 47 deliberazioni adottate, 23 riunioni dei Capigruppo e le sette commissioni consiliari hanno totalizzato 164 riunioni. Si lavora intensamente!

D. -Il ruolo di presidente ti porta a capire e modulare le esigenze dei singoli consiglieri. Hai trovato difficoltà oppure hai recuperato un punto d’incontro tra regolamento e quotidianità politica?
R. – Il presidente ha il dovere di essere garante, con il suo ruolo terzo, delle prerogative dei consiglieri e dell’applicazione del regolamento. Come per ogni norma, di volta in volta si deve applicare, interpretando. Anche perché in consiglio il dibattito e il confronto hanno dimensioni molto varie e variabili. Lo sforzo è, alla luce delle situazioni, guidare i lavori secondo norme che spesso sono da interpretare in maniera il più estensiva possibile, per consentire appieno ai consiglieri di svolgere il loro ruolo e a Consiglio e Commissioni Consiliari di essere momenti di confronto e di dibattito al di là delle rigide previsioni regolamentari. C’è un elemento ulteriore: c’è grande dibattito sul ruolo del presidente e anche il ministero degli Interni è più volte intervenuto e ha contribuito con una abbondante produzione di pareri a dare orientamenti sulla base dell’obiettivo e delle finalità della norma. Quindi l’ente locale ha la sua normativa ma certo i pareri rappresentano un orientamento importante per l’attività del presidente del consiglio

D. – Per tua esperienza, la sala consiliare al di là della posizione politica di ciascuno, accompagna ed è sensibile al sentito dei cuneesi?
R. – Io direi proprio di sì: il Consiglio comunale è luogo di dibattito e confronto su temi che possono anche andare al di là della quotidianità dei cittadini, come quando si discute di temi di carattere generale come l’Europa, la pace, le migrazioni, l’ambiente. Certo è che in ogni seduta ci sono una serie di questioni proposte alla discussione dai consiglieri che sono più vicine al sentito della comunità cittadina come il tema della sanità, della mobilità, sicurezza, verde pubblico, progetti di rigenerazione urbana.

D. -Conoscenza e capacità interpretativa dei regolamenti. Quale delle due prevale nel tuo ruolo?
R. – Le due cose non possono prescindere l’una dall’altra: è necessario conoscere il Regolamento, il Testo unico degli enti locali, lo Statuto, i Pareri e le Circolari del Ministero degli Interni relativamente al funzionamento del Consiglio comunale e dei suoi organi. Allo stesso tempo è necessario saper interpretare gli uni e gli altri tenendo conto dell’obiettivo del Consiglio, che rappresenta l’assemblea cittadina ed è l’organo preposto a decidere sugli atti fondamentali previsti per legge, e insieme alle Commissioni Consiliari, è anche luogo di confronto, dibattito, approfondimento. Ciò significa che di volta in volta si valutano le situazioni cercando di comprendere le dinamiche che si vengono a creare, e che vanno sempre orientate nel senso del rispetto verso l’attività dei Consiglieri e di tutto il Consiglio comunale

D. – Le circostanze hanno portato il Consiglio a cambiare le abitudini. Il collegamento da remoto dei singoli consiglieri limita il dibattito o apre ad un modo diverso di fare politica?
R. – È un’opportunità in più data ai Consiglieri di partecipare. Introdotto durante la pandemia, dove i Consigli e le Commissioni si svolgevano evidentemente solo in modalità da remoto, si è ritenuto utile mantenere la possibilità di modalità mista anche dopo la fine della situazione emergenziale, per consentire a chi, per ragioni di lavoro o salute a volte non può essere presente, di seguire i lavori e partecipare. Direi che non è un modo diverso di far politica, ma solo di presenza.

D. – Le commissioni possono essere un buon filtro per il dibattito consiliare. E forse una proficua occasione di confronto pre-consiliare?
R. – Indubbiamente sì, rappresentano un momento di approfondimento e discussione in presenza di Assessori, Dirigenti e funzionari del Comune ed esperti su argomenti che poi vengono votati e discussi in Consiglio, ma anche su questioni non soggette dalle norme ad essere discusse in Consiglio Comunale. Vengono però presentate in quella sede, con l’obiettivo di informare, illustrare, coinvolgere i Consiglieri nel confronto su scelte che, seppur non di stretta pertinenza del Consiglio ma della Sindaca e della Giunta, impattano in maniera significativa sulla vita della comunità cittadina.

D. -A tuo parere i regolamenti consiliari potrebbero essere migliorabili e, se sì, come?
R. – Sì, una revisione potrebbe essere utile per rendere più proficuo il funzionamento e l’attività del Consiglio Comunale anche alla luce degli orientamenti già consolidati dalla giurisprudenza. Preciso però che la modifica del regolamento non è compito del Presidente ma del Consiglio Comunale stesso che attraverso la Commissione preposta può decidere di avviare una riforma, nel rispetto delle normativa nazionale.

D. – Quali sono oggi le priorità su cui si concentrerà la tua Presidenza?
R. – Non posso assegnarmi priorità, dal momento che io sono per così dire a servizio del Consiglio, con un ruolo di garanzia non di indirizzo politico. Ho però un obiettivo, certamente, che è quello di lavorare – prima, durante e dopo le sedute di Consiglio – per assicurare che sia realmente un contesto adeguato alle necessità di discussione e di confronto, nel rispetto delle posizioni dei gruppi. Il Presidente, infatti, deve garantire che i consiglieri tanto di maggioranza quanto di minoranza possano svolgere appieno il loro mandato e sia tutelata per tutti la possibilità di esprimersi. Certo questo Consiglio, rispetto agli ultimi due di cui ho fatto parte, è indubbiamente più vivace al punto che il confronto a volte assume toni eccessivi, non sempre rispettosi dell’organo che i Consiglieri rappresentano. Il confine tra diritto di critica e offesa, o diffamazione, è molto labile, così come lo è quello tra i richiami a un comportamento rispettoso e la censura, cosa che io non intendo agire. Certo di fronte a interventi fiume o toni talvolta troppo accesi, io ho il dovere a richiamare al rispetto dei tempi o e al rispetto delle posizioni diverse espresse da altri, proprio perché devo garantire la possibilità di un dibattito che stia nei binari del confronto democratico.

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