Il canovaccio è lo stesso che ci accompagna da tempo. Critiche da parte di una minoranza che cerca di evidenziare punto su punto i limiti di maggioranza che, seppur a più riprese in difficoltà è comunque sembrata sino ad oggi blindata. Ed una minoranza che vorrebbe, ma …non può. Così ogni occasione rappresenta un pretesto e le occasioni di questi tempi si sono moltiplicate. Si registra un malcontento tra le parti con una variante in più non solo tra maggioranza ed opposizione, ma adesso nella maggioranza stesso. Di questi tempi comunque i numeri salvano la situazione ed al di là di eventuali sorprese, tutto fila come dovrebbe o quasi.
La maggioranza asserisce che non ci sia crisi nella politica cuneese. Bene non sarà crisi, ma certamente l’attuale situazione mette in discussione un modello ed una strategia politica che mancano di idealità e questo alla lunga non premia. La nomina del nuovo direttore dell’ACDA ci consente un momento di riflessione sulla politica cittadina che presume dal fatto che ogni nomina interna o esterna alla sala consiliare provochi molta tensione politica. E paradossalmente la tensione è proprio più della maggioranza. I cartelli elettorali vanno in difficoltà quando manca coesione politica e non di programma amministrativo. Quello c’è ma potrebbe non bastare.
L’idealità politica serve al bisogno perchè viene in soccorso di una coalizione in debito di ossigeno. Piazza Europa? Tettoia Vinaj ? Si sono progetti importanti ed in continuità con la precedente amministrazione, ma questa maggioranza farà il salto di qualità solo se avrà una base di idealità condivise. La politica è questa, fatta anche di ideali su cui ragionare, utili per programmare al di là dei tecnicismi di maniera. E se sino a qualche settimana fa il confronto duro era tra maggioranza e minoranza, oggi parrebbe si sia aperto un fronte interno alla maggioranza tra PD e Centro per Cuneo, e questo potrebbe sparigliare il gioco rendendo la situazione politica molto fluida. Per questo c’è un casus belli, l’appoggio in discontinuità del Centro alla candidatura alla presidenza regionale di Cirio. Ed è plausibile l’ipotesi di un confronto politico all’interno di ciascuna delle parti con tre differenti ipotesi e soluzioni. La prima che diremmo di “sopravvivenza” che consentirebbe all’attuale maggioranza, serrate le fila e smussati gi angoli di lasciare Cuneo fuori dal confronto e mantenere l’obiettivo comune di legislatura. Questa potrebbe essere la soluzione più plausibile perché manterrebbe intatto il progetto iniziale non caricandolo di pesi “politici” che sono marginali rispetto al “cartello elettorale” che ha consentito alla giunta Manassero di vincere le ultime elezioni. La seconda rappresentata da una frattura insanabile tra PD e Centro per Cuneo. Con la remota l’ipotesi che porterebbe ad elezioni anticipate e poi la terza più politica e per certi versi, se vista da sinistra la più suggestiva e certamente suggerita e non ostacolata dai vertici del PD con l’esclusione di Centro per Cuneo dalla maggioranza e l’appoggio dell’area di sinistra per i voti utili che servirebbero per governare la città. Questa è Cuneo. Nulla più nulla meno. E la minoranza? Da un punto di vista politico soffre della stessa eterogeneità della maggioranza. Svuotare le formazioni politiche per metterle al servizio del sistema è un limite. La soluzione rivoluzionaria ci sarebbe ….ciascuna delle parti faccia il suo, presumendo dagli schieramenti di appartenenza e servendo gli elettori, la gente in un momento in cui deve passare il messaggio di una politica con una o più bandiere perché ciascuno possa sentirsi vivo…il resto è cronaca nulla più.