Questa riflessione necessita di una premessa: attualmente, Cuneo deve fare i conti con problemi di microcriminalità, con la minaccia mortale dell’isolamento (la variante di Demonte, il Tenda, la ferrovia a binario unico impattano sul territorio) e con l’alea della ricollocazione del nuovo Ospedale che, se dovesse sorgere a Confreria, porrebbe il problema di ripensare la zona dove oggi sorge il Santa Croce. Lo scontro politico sui cedri di Piazza Europa si inserisce in questo contesto.
Forse è necessario “ricentrarsi” su una riflessione collettiva, che conduca a uno sguardo ampio per arrivare a immaginare una città che non risulti incompiuta. La riflessione da avviarsi potrebbe partire da alcune considerazioni non di poco conto che si sono lette sulla stampa.
Citiamo ad esempio l’intervento sulla Stampa del 2 agosto 2024 dove leggiamo “Piazza Europa non dovrebbe essere vista come un elemento isolato, ma come parte di un sistema integrato più vasto, collegato a Corso Giolitti fino alla stazione e a Corso Nizza fino a Piazza Galimberti”. Ci risulta che la stessa Sindaca ha evidenziato che l’intervento su Piazza Europa dovrebbe andare anche a beneficio “della parte alta della città, commercialmente affaticata”. Ma un progetto di rinnovamento della sola Piazza Europa che lo vede soltanto come luogo di socialità, incontri ed eventi risulta forse limitativo se si deve pensare a sostenere la parte alta della città.
Immaginare Piazza Europa quale componente di un sistema integrato significa – a parere di chi scrive – riflettere anche sul sistema di trasporto. La questione delle ferrovie diventa importante anche per migliorare la situazione intorno alla Stazione. Inoltre, anziché la creazione di parcheggi, sembra utile offrire un servizio di trasporto locale integrato e “intermodale” che offra al territorio un’alternativa pratica all’auto.