Seleziona una pagina

Ludopatia: una realtà da combattere

17/11/2024 | Sociale

L’Istituto superiore di sanità definisce la ludopatia come un comportamento problematico, che assume un significato patologico quando persiste e ricorre nel tempo, associato al gioco d’azzardo. Questo disturbo è stato classificato nel 2013 come dipendenza comportamentale all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbo mentali (DSM-5). Ne abbiamo parlato con il dott. Maurizio Coppola, il direttore del Serd (Servizi per le dipendenze patologiche) dell’Asl Cn1 di Cuneo. Con lui ho cercato di tracciare un quadro generale sul problema evidenziando le criticità di un fenomeno in fase di forte crescita in questi ultimi anni.

D. – Come definirebbe una dipendenza e quali sono i segnali principali che una persona potrebbe notare in sé stessa o in un altro?
R. – Una dipendenza è un legame psico-fisico disfunzionale nei confronti di un oggetto, una persona, una sostanza o un comportamento, che induce azioni finalizzate al soddisfacimento di un bisogno, non necessario, ma irrinunciabile, e che produce come conseguenza il progressivo allontanamento da tutte le altre attività della vita quotidiana. I primi segnali di una dipendenza sono in generale l’isolamento e l’abbandono progressivo ed apparentemente immotivato di tutte le attività che prima davano piacere, incluse le relazioni affettive.

D. – Parlando di ludopatia in particolare, può spiegare cos’è e come si distingue da un semplice gioco d’azzardo occasionale?
R. – La ludopatia è un gioco d’azzardo compulsivo che si distingue dal gioco d’azzardo occasionale perché la persona investe tutte le sue energie psico-fisiche ed economiche nel gioco senza riuscire a fermarsi nonostante l’evidenza delle conseguenze negative che tale comportamento ha in ambito socio-relazionale, familiare e lavorativo.

D. – Quali sono i fattori che possono contribuire alla dipendenza da gioco d’azzardo? Ci sono aspetti biologici, psicologici o sociali che giocano un ruolo importante?
R. – Come tutte le dipendenze, sono numerosi i fattori che possono promuovere un comportamento da gioco d’azzardo patologico. Ci sono sicuramente fattori genetici o biologici che rendono le persone più vulnerabili. Tra i familiari di un giocatore, c’è spesso un’anamnesi positiva per ludopatia o altre dipendenze. Un’ulteriore vulnerabilità biologica può essere dovuta alla presenza di alcuni disturbi psichiatrici, ad esempio i disturbi dell’umore o i disturbi di personalità, che si legano con un rapporto di doppio legame alla ludopatia e alle dipendenze in generale. Non vanno però dimenticati i fattori ambientali, tra i quali sicuramente svolge un ruolo importante la disponibilità di luoghi e di opportunità di gioco. Questo è ancor più vero in un’epoca in cui tante persone inseguono l’illusione di superare magicamente le difficoltà economiche o raggiungere il benessere o la ricchezza ostentata da influencer e personaggi famosi.

D. – In che modo la ludopatia può influenzare la vita quotidiana di una persona? E quali sono le conseguenze a lungo termine se non viene trattata?
R. – La ludopatia diventa la ragione di vita della persona che, a causa del gioco compulsivo, abbandona gli affetti, le relazioni sociali, gli interessi personali ed il lavoro. I giocatori patologici si ritrovano soli, senza lavoro, con debiti ingenti e, sempre più spesso, diventano vittime di usurai e della criminalità organizzata. Le persone affette da gioco patologico sono ad alto rischio di sviluppare depressione e di mettere in atto comportamenti suicidari.

D. – Quali sono le opzioni di trattamento per chi soffre di ludopatia? Esistono terapie specifiche che possano aiutare una persona a uscire da questa dipendenza?
R. – Il trattamento della ludopatia non è semplice, anche perché, sempre più spesso, quando una persona con questo problema si rivolge ai Servizi specialistici, ha già una storia di anni che ha completamente distrutto la sua rete sociale. Per fortuna però, nonostante le tante difficoltà, abbiamo delle equipe multiprofessionali specializzate net trattamento dei giocatori patologici che possono offrire un aiuto fondamentale nel recupero del paziente. Non a caso parlo di pazienti perché, quando il gioco d’azzardo diventa patologico, ci troviamo a confrontarci con una patologia e, come tale, va gestita in centri sanitari specializzati. Sul territorio, questi centri sono i Servizi per la cura delle dipendenze patologiche, i SerD, strutture gratuite a cui ci si deve rivolgere per chiedere aiuto.

D. – Qual è, secondo lei, l’importanza della prevenzione? Cosa si può fare a livello di educazione per ridurre il rischio di ludopatia, specialmente tra i giovani?
R. – La prevenzione è sempre uno strumento utile per promuovere la salute, anche nel settore delle dipendenze e del gioco patologico in particolare. I SerD del Piemonte sono impegnati da anni in campagne di prevenzione e di contrasto al gioco d’azzardo patologico anche attraverso progetti appositamente finanziati. La prevenzione deve iniziare presto, il prima possibile, deve coinvolgere i giovani, le loro famigli e la scuola, in modo da formare una rete di collaborazione che come obiettivo la promozione della salute e l’intercettazione precoce delle persone a rischio.

D. – Cosa consiglierebbe a chi si sente in difficoltà con il gioco d’azzardo o conosce qualcuno che sta vivendo questa situazione?
R. – Consiglio di rivolgersi agli operatori dei SerD, anche solo per chiedere informazioni. I nostri Servizi sono gratuiti, garantiscono l’anonimato e per accedere non richiedono neppure l’impegnativa del medico di medicina generale, basta una semplice telefonata.

Gli studi dell’Osservatorio Nazionale e di Nomisma rilevano di come nel 2024, l’accesso al gioco d’azzardo è in forte crescita soprattutto tra i giovani appartenenti alla Generazione Zeta e gli over 65.
Le statistiche riportano che le scommesse sono aumentate del 21%, e che la fascia di età che gioca con maggior frequenza sono gli adulti, circa il 60% dei partecipanti allo studio.
E’ stato rilevato che, nel 2023, il 42% dei giovani, compresi tra i 14 e i 19 anni, ha iniziato a praticare il gioco d’azzardo.
Le regioni italiane dove si è speso maggiormente per il gioco d’azzardo sono:
1- la Lombardia: dove si registra un ammontare di 7.204 miliardi di euro,
2 – la Campania: con un ammontare di 4,349 miliardi di euro,
3 – il Lazio: con un ammontare di 3,902 miliardi di euro,
4- l’Emilia Romagna: con un ammontare di 3,058 miliardi di euro.
L’ammontare in euro dei giochi più praticati dagli scommettitori, invece, è così suddiviso:
1- i giochi di carte e abilità registrano 37,5 miliardi di euro,
2- le new slot e video lotterie registrano 18,97 miliardi di euro,
3- le scommesse sportive e ippiche registrano 11,34 miliardi di euro,
4- la lotteria e i gratta e vinci registrano 8,17 miliardi di euro,
5- i giochi numerici registrano 1,26 miliardi di euro,
6- il Bingo registra 0,92 miliardi di euro.
Il gioco d’azzardo in Italia ha visto una crescita significativa negli ultimi dieci anni, con una raccolta totale che è passata da 84 miliardi di euro nel 2013 a 150 miliardi nel 2023, segnando un incremento del 78%. Questo aumento è avvenuto nonostante le difficoltà economiche causate da due anni di pandemia e una crisi economica che ha eroso il potere d’acquisto. Il denaro perso dagli italiani nel gioco d’azzardo è salito a quasi 22 miliardi nel 2023, con un aumento del 30% rispetto al decennio precedente, secondo il rapporto “Il libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani” curato da Federconsumatori Modena e la Fondazione Isscon.

Ultimi articoli

Contattaci

Scrivici attraverso il formulario o chiamaci