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Luca Pellegrino, barriere architettoniche: criticità e progetti per la Cuneo del futuro

5/01/2025 | Cuneo Sala Consiliare

Il PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) è lo strumento che consente ai Comuni e agli enti pubblici di monitorare, progettare e pianificare gli interventi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche negli edifici e negli spazi urbani.

Strumento che a buon diritto è entrato nella quotidianità delle amministrazioni locali che, modulato sulle esigenze e criticità territoriali, ne trova applicazione. Ne ho parlato con Luca Pellegrino, assessore Mobilità – Città Accessibile – Piste Ciclabili – Presidio del Territorio e Quartieri e Frazioni della giunta del capoluogo. Con lui abbiamo fatto un breve bilancio sullo stato del PEBA in città, considerando il tema oltre alle esigenze di legislatura.

D. – “Cosa comporta il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche per la città di Cuneo?”
R. – “Come tutti i PEBA analizza la situazione attuale e indica le principali opere da realizzare perché l’edificio o l’area possano essere facilmente fruibili dalle persone con ridotta capacità motoria.”

D. – “Quali sono le principali difficoltà che Cuneo sta affrontando nell’attuazione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche?”
R. – “Sia per quanto riguarda gli edifici che le aree esterne (strade, marciapiedi, piazze) sono le risorse. Abbiamo molte richieste di intervento, cerchiamo di intervenire tutto dove riusciamo però lo facciamo quasi sempre con fondi nostri in quanto reperire risorse esterne per questi interventi non è mai molto semplice in quanto ci sono pochi contributi indirizzati a questo scopo. Certo ogni volta che riqualifichiamo un fabbricato o un’area poniamo sempre particolare attenzione a renderla accessibile e usufruibile a tutti.”

D. – “In che modo le caratteristiche del territorio e la struttura urbana influenzano l’eliminazione delle barriere architettoniche?”
R. – “A Cuneo la morfologia del territorio non mi pare impatti in modo importante sul superamento delle barriere architettoniche. Sia la città che le frazioni sono in larga massima pianeggianti (a parte alcune eccezioni). La difficoltà sta sempre nel reperire le risorse per interventi sul territorio”

D. – “Come vedi l’evoluzione del PEBA nei prossimi anni e quali sono le priorità future per Cuneo?”
R. – “Sicuramente porre particolare attenzione a questo in tutti gli interventi che stiamo facendo e che faremo (così come già facciamo). Intervenire puntualmente per risolvere i problemi che ci segnalano cittadini e comitati di quartiere. Poi continueremo a monitorare l’uscita di contributi specifici così da non dover solo e sempre intervenire con risorse proprie.”

D. – “Cosa può fare ogni cittadino per contribuire a un Cuneo più accessibile?”
R. –“ Così come già fanno i comitati di quartiere e alcuni cittadini segnalare i punti più critici, sui quali cerchiamo di intervenire e soprattutto andando così a definire un piano di interventi suddiviso per priorità.”

D. – “Quali sono gli obiettivi più ambiziosi che Cuneo vuole raggiungere in tema di accessibilità entro il 2030?”
R. – “Come si vede dall’analisi fatta dal PEBAS gli edifici risultano essere abbastanza ben serviti. Certo si può fare meglio e man mano che interverremo sui fabbricati si porrà sempre particolare attenzione alla sua accessibilità e alla sua fruibilità. Un obiettivo ambizioni sicuramente sarebbe un ottimo traguardo riuscire ad avere i percorsi esterni principali sia in città che nelle frazioni completamente fruibili da tutti.”

Il PEBAS adottato con DCC 30 del 28/04/2022 ha fotografato la situazione degli edifici e di alcuni spazi pubblici attrezzati della nostra città.

I P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, sono gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini.

Introdotti nel 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani, sono lo strumento individuato dalla nostra normativa per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio. Il Piano, di cui ogni comune dovrebbe già essersi dotato – cosa che purtroppo non rispecchia la realtà -, è teso a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta e può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, elementi arredo urbano).
Il piano deve poter individuare anche le proposte progettuali di massima per l’eliminazione delle barriere presenti e fare la stima dei costi: i P.E.B.A., infatti, non sono solo uno strumento di monitoraggio, ma anche di pianificazione e coordinamento sugli interventi per l’accessibilità poiché comportano una previsione del tipo di soluzione da apportare per ciascuna barriera rilevata, i relativi costi, la priorità di intervento.
Monitoraggio degli edifici pubblici e degli spazi pubblici
La scheda di censimento, oltre ad individuare il bene valuta la rispondenza o meno questi criteri: accessibilità e orientamento dei percorsi esterni, accessibilità all’edificio, orientamento nell’edificio, collegamenti verticali, accessibilità dei diversi piani

L’esito della valutazione finale è espresso con quattro gradi di ACCESSIBILITÀ:

EDIFICI PUBBLICI (52 edifici analizzati)
Ottima 69%
Buona 15%
Limitata 10%
Scarsa 6%
EDIFICI SCOLASTICI (35 edifici analizzati)
Ottima 23%
Buona 57%
Limitata 20%
Scarsa 0%
IMPIANTI SPORTIVI (30 impianti analizzati)
Ottima 21%
Buona 42%
Limitata 21%
Scarsa 16%
CIMITERI (11 cimiteri analizzati)
Ottima 36%
Buona 64%
Limitata 0%
Scarsa 0%
VERDE ATTREZZATO (60 aree analizzate)
Ottima 53%
Buona 27%
Limitata 20%
Scarsa 0%

Da questa fotografia si capisce che non siamo all’anno zero e che del lavoro già lo si è fatto ma sicuramente molto è ancora da fare.
“In questo campo però ci sono pochi contributi per andare ad intervenire sull’eliminazione delle barriere architettoniche. Certo ogni volta che si interviene su un edificio si fa attenzione a migliorare questo aspetto, però vediamo che molte volte il problema non sono tanto gli edifici ma raggiungerli. Infatti dove ci sono più difficoltà per le persone con ridotta capacità motoria sono le strade ed i marciapiedi, dove molte volta a causa di una realizzazione non corretta (prima degli anni ‘90 quando si è iniziato a fare attenzione a questo argomento) oppure per cedimenti o disconnessione della superficie che rende poco praticabile il percorso.”

 

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