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LA VIE EN ROSE

28/02/2024 | Musica

di Alessandro Claudio Giordano

Degli occhi che fanno abbassare i miei/un ridere che si perde nella sua bocca/ecco il ritratto senza ritocchi/dell’uomo al quale appartengo

Quando mi prende fra le sue braccia/mi parla a bassa voce/io vedo la vita tutta rosa/lui mi dice parole d’amore/parole di tutti i giorni,

A scrivere il testo di questa che è, a buon diritto, una delle massime espressioni della musica del dopoguerra, fu la stessa Edith Piaf, nel 1945. Un inno alle piccole felicità di ogni giorno, quelle che ci fanno vivere e vedere la vita dipinta di rosa, senza preoccupazioni e con la speranza di riuscir a dare e ricevere amore. In origine il titolo era  Les choses en rose, la Piaf chiese a Robert Chauvigny, suo direttore d’orchestra e arrangiatore, di musicarlo; questi però si rifiutò, ritenendolo indegno della sua firma. Fu allora il compositore e pianista Louiguy (Louis Gugliemi) a dare una musica a quei versi che, con un nuovo titolo, “La vie en rose” appunto. Un brano che riflette sulla bellezza di essere innamorati. Piaf utilizza immagini suggestive come occhi che si guardano, risate e un ritratto per catturare la sensazione di essere così profondamente innamorati da percepire tutto in una tonalità rosea. Si parla anche della gioia che si prova quando la persona amata abbraccia e rivolge parole d’amore a Piaf. E questi sono momenti di pura felicità in cui tutto sembra

perfetto e roseo oltre che una sensazione di completa felicità e gratitudine per l’amore condiviso. “La vie en rose” esprime l’impegno a stare insieme per sempre. Piaf in  sintesi canta l’eternità dell’amore. Una visione per certi versi ottimistica dell’amore scaturisce dalla profonda connessione che Piaf ha con il suo partner. È un inno all’amore che proprio perché collocato in un contesto di riscatto nel contesto nel primo dopoguerra, supera le difficoltà e che continua a prosperare. Sono state pochissime le canzoni che nella storia della musica leggera che hanno ottenuto una fama comparabile e tante differenti versioni discografiche, al punto che diventa addirittura difficile stilare un elenco  di artisti che ne hanno inciso una loro interpretazione. Si possono però ricordare Louis Armstrong, Petula Clark, Dalida, Marlene Dietrich, Jula de Palma, Céline Dion, Ella Fitzgerald, Lady Gaga, Grace Jones, Cyndi Lauper, Madonna, Mireille Mathieu, Yves Montand, Dean Martin, Amália Rodrigues, Donna Summer… Fra gli italiani, si annoverano le versioni di Ornella Vanoni e del trio Yavanna, oltre agli adattamenti in italiano interpretati da Milva (che al repertorio della Piaf dedicò un intero LP) e Bobby Solo. E nel cinema dal 1945 in poi, non si contano le citazioni più o meno dirette.  Da “Sabrina” del 1954 con Audrey Hepburn, che la definisce “la maniera francese per dire “sto guardando il mondo con degli occhiali colorati di rosa”, la versione disco della canzone, incisa da Grace Jones nel 1977, divenuta una vera e propria hit,  é poi presente nel film di animazione Wall-E e in Madagascar 3, presente nel film diretto da Oliver Stone e sceneggiato da Quentin Tarantino, Assassini nati, Natural Born Killers (1994), Madonna ha inserito la canzone nella setlist del suo Rebel Heart Tour del 2015, cantandola live accompagnandosi con l’ukulele, Lady Gaga ne ha cantato una cover durante il tour promozionale dell’album Cheek to Cheek e nel film A Star Is Born (2018). La “Vie en rose” è stato un  passaggio fondamentale nella storia dei chansonniers francesi, un ponte verso un’Europa di riscatto e buoni sentimenti dopo gli anni delle tragedie causate della terribile guerra.

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