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Le Masche sono arrivate a Rittana

13/10/2024 | Arte Cultura

Un’opera site-specific, cioè pensata e realizzata per un sito bene individuato, è stata inaugurata il 6 ottobre presso il Quiot Reuza di Rittana.

Collocata nella radura del Quiot Reuza, a Rittana (CN), a 1200 metri d’altezza, l’opera si compone di una serie di sculture in alluminio rappresentative di esseri umani, animali, vegetali. L’artista è partita dai calchi delle betulle presenti nel luogo e nasce da un intenso dialogo con l’immaginario e le storie che lo hanno plasmato. Storie che si inseriscono nella grande storia della Resistenza e della lotta di liberazione, essendo vicino a Paraloup, quartier generale della brigata partigiana di Giustizia e Libertà.

Le masche di Giulia Cenci diventano presenze, figure che osservano curiose e stupite le persone intorno agli alberi. Realizzata appositamente per Chiot Rosa, l’opera resterà in comodato permanente al Comune di Rittana e rende omaggio a tutte le creature emarginate perché differenti da una supposta norma. Dice l’Artista: “Il Chiot Rosa sembra portare nella sua quiete una storia invisibile, fatta di rifugio e lotta, contrasti e contraddizioni che risiedono nell’evoluzione del nostro Paese e nelle sue difficoltà” ha dichiarato Giulia Cenci. “Non ho potuto fare a meno di pensare che qui ci si è riuniti e si è lottato, si è trovato riparo così come morte”.

Giulia Cenci (Cortona, 1988) si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha ricevuto un Master in Fine Arts alla St. Joost Academy, Den Bosch-Breda, NL, e preso parte alla residenza deAteliers, Amsterdam, NL. Negli anni il suo lavoro è stato apprezzato in Italia e all’estero in numerose e importanti mostre personali e collettive. Ha partecipato alla 59esima edizione della Biennale Venezia, ha esposto a New York, Lione, Amsterdam ed è stata vincitrice del Baloise Art Prize ad Art Basel 2019 e finalista del MAXXI BVLGARI PRIZE 2020 e del Future Generation Art Prize 2023/24.

Il progetto che ha portato alla realizzazione di queste sculture è Radis, ideato da Fondazione CRT, Fondazione CRT e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT; l’idea, ben condivisa dal Comune di Rittana che sta vivendo una vera e propria rinascita attraverso l’arte, attivare le comunità locali mettendo in moto processi di rigenerazione.

Da segnalare la partecipazione della Bandakadabra, un ensemble fiati e percussioni che si è esibito in tutta Europa suonando anche con artisti di nome come Vinicio Capossela, Goran Bregovic e più recentemente Malika Ayane, Willie Peyote e Samuel (cantautore e voce dei Subsonica).

Le masche sono figure della tradizione contadina piemontese, raccontate da Nuto Revelli e soprattutto da Donato Bosca. Il termine “masca” sembra derivare da “maschera” (Donato Bosca realizzò uno spettacolo intitolato “Masca Ghigna Faussa” in cui esplorava, tra gli altri, questo tema). Un legame con le maschere esiste, tutto sommato, per via del Carnevale, momento di passaggio dal regno dei morti (l’inverno) a quello dei vivi (la primavera) perché le masche sono esseri sospesi tra il mondo dei vivi e quello dei morti.  La masca opera nell’oscurità e nel nascondimento perché le masche sono di norma donne vittime di, storie di invidia, di antipatia, di pregiudizi e per questo accusate di essere capaci di fare riti magici, capaci di realizzare intrugli, pozioni e rimedi grazie alla loro conoscenza del mondo naturale. Per la riuscita delle loro operazioni, si affidavano a incantesimi, formule magiche e fatture, scritte sul Libro del Comando. Le masche erano vittime dell’Inquisizione tanto quanto le streghe, ed erano bruciate vive sul rogo.. Accadde a Rifreddo e Gambasca qui in provincia. Così come vi furono stragi di presunte streghe a Triora (IM) ed a Salem, negli Stati Uniti.

 

 

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