Dell’isolamento di Cuneo, ma soprattutto delle sue vallate se ne parla da anni. Purtroppo ogni progetto presentato è sembrato essere la soluzione al problema. Lo è stato ad esempio il tunnel del Mercantour che pareva essere la panacea di tutti i mali, così come la progettualità legata al Tenda, oggi chiuso e così anche la ferrovia che collega Cuneo a Ventimiglia e poi a Nizza, un collegamento sterile che dovrebbe essere incentivato. Ed una autostrada che non è stata ancora del tutto ultimata. A questo si deve sommare la criticità economica dovuta anche allo spopolamento della montagna. Così per settori nel campo del turismo ad esempio, ad una forte richiesta di manodopera non corrisponde una offerta sufficiente in quanto pochi accettano di lavorare nel fine settimana e nei giorni festivi ed ancora più problematico trovare personale per i rifugi alpini a causa della distanza dai centri abitati e della mancanza di servizi ormai indispensabili come la connessione internet e il segnale per i cellulari. Anche nell’artigianato scarseggiano i giovani disposti a subentrare ai genitori o ad imparare un mestiere; anche in questo caso la domanda supera l’offerta. E la grande industria? Limitata alla valle Stura per mancanza di strutture viarie importanti per sostenere il traffico dei mezzi pesanti e limiti di carattere logistico. Detto questo ho voluto cogliere alcune impressioni per definire meglio il tema dell’isolamento e crisi delle vallate cuneesi. Quali potrebbero essere gli interventi necessari ed importanti per rendere quest’area più facilmente raggiungibile e quindi più appetibile anche da un punto di vista economico e turistico?
Mario Bertoldi: “Da tanto tempo le vallate chiedono a Cuneo di diventare città alpina a tutti gli effetti, sul modello di Trento, formando un corpo unico con i paesi montani per utilizzare al meglio i fondi nazionali ed europei necessari a valorizzare i nostri territori e a modernizzare la città. Ma nonostante molte riunioni e tante promesse delle varie Amministrazioni questo non è mai avvenuto e così è stata Saluzzo a fare da capofila per diversi progetti Alcotra con le vallate francesi confinanti. L’isolamento in cui ci troviamo è frutto di questa posizione ambigua di Cuneo che non ha mai assunto un ruolo determinante per risolvere il problema della variante di Demonte, ferma da cinque anni per i capricci della Soprintendenza, e il tunnel del Tenda che rischia di rimanere una delle tante incompiute della nostra Provincia. Anche rispetto alla linea ferroviaria Cuneo-Nizza è necessario un maggiore impegno e incisività per renderla più efficiente e per farla diventare un collegamento turistico internazionale importante come merita. Per queste ragioni Cuneo deve uscire allo scoperto e fare pressione, insieme alle vallate alpine, sui parlamentari locali e sul governo per eliminare L’isolamento in cui ci troviamo.
Giuseppe Goletto: “Non è più sostenibile il ritardo nella realizzazione del secondo binario della tratta ferroviaria Fossano-Cuneo. SI deve ragionare sull’Alta Velocità (sul modello delle Frecce Bianche, o delle Frecce Argento, che possono circolare sulle linee tradizionali) per instaurare un collegamento veloce con Torino: Nel lungo periodo va fatta una riflessione su analogo collegamento veloce con Nizza. Tutto ciò va visto sia nella prospettiva di creare nuovi insediamenti economici, sia nella prospettiva turistica. Cuneo, sotto questo aspetto, è vincente nella misura in cui la città riesce a fare sinergie con il territorio, cosa che richiede soluzioni innovative”
Filippo Blengino “Il problema rimane quello dell’isolamento, e di certo l’amministrazione comunale può fare poco: i collegamenti via rotaia sono sempre meno e di minor qualità, il traforo del Tenda è nelle condizioni che conosciamo, l’autostrada Asti-Cuneo non vede, perlomeno per ora, speranze reali di essere conclusa in tempi rapidi e poi c’è il problema aeroporto. Risolvere questi annosi problemi significherebbe, finalmente, rendere l’area del cuneese molto più facilmente accessibile a turisti e non solo. Servirebbero poi politiche di promozione delle nostre montagne e di connessione tra queste ultime e la città, anche tramite l’organizzazione di nuovi eventi e iniziative in grado di attrarre nuovo turismo. Un esempio virtuoso vicino a noi c’è e, seppur con alcune differenze, sarebbe un modello da seguire: è quello di Alba.”
Simone Borio: “Cuneo potrebbe essere il centro per poi partire andare nell’andare nelle Val Maira e andare in altri posti molto molto belli che ci sono nella nostra provincia invece questo ruolo è un pochino relegato da Alba questo anche perché forse si sfruttano poco e le nostre tradizioni territoriali Il nostro capoluogo di provincia rimane abbastanza isolato. Abbiamo una porta per l’Europa che potrebbe essere comunque la tratta del treno cuneo Ventimiglia Nizza e da anni non siamo riusciti a rafforzarne l’utilizzo. In questi ultimi anni in cui il colle di Tenda era inagibile, e lo sarà probabilmente per un anno ancora, non ci si è mossi e quella è un punto importante di collegamento all’Europa. Non poterne disporre significa precludere il turismo dalla Francia ed isolare Cuneo e le sue vallate.”
Valter Aimar “ Quella delle vallate è una realtà in grave difficoltà. La valle Stura seppur rimanga l’unico passaggio verso la Francia, è congestionata dal traffico dei camion, e questo è diventato è un problema serissimo. La strada è pericolosissima e trafficata da auto, moto, bici ed appunto camion. A Limone, valle Vermenagna, non c’è più niente, chiuso il Colle di Tenda, manca il turismo e quindi è crisi.”
Registrate le impressioni generali ci si deve chiedere quali margini anche temporali abbiamo per intervenire e dare una soluzione ad una crisi che già oggi dimostra tutta la sua criticità. Non credo sia un problema di interpretazione politica. Anzi sarebbe importante che la politica cuneese tutta, si muovesse compatta rivendicando il diritto ad esistere delle realtà montane e pedemontane. per carattere e pacatezza nessuno da queste parti ha avanzato richieste impossibili. Però serve un aiuto strutturale, sia sul sistema viario che di incentivo economico, perché diversamente perderemmo una grande occasione per dare continuità allo sviluppo dell’intera area.