Dove va la politica italiana....
di Alessandro Claudio Giordano
In un momento tanto tragico per la politica italiana, sembrerebbe siano i fantasmi a muovere le fila del paese. Un paese, il nostro, pervaso dalla convinzione che le speranze di vivere in un paese siano un fatto di sorte più che di storia o politica.
In effetti il nostro futuro sembra davvero barcollante, e questo per una sorta di scellerata scelta, questa volta fatta di chi fa politica di ridimensionare alla quotidianità, ed al sopravvivere quotidiano il futuro del paese. In fondo non manchiamo di programmi ma di prospettive. E ragionare di questa politica è un po' come disegnare senza prospettiva. Manca la profondità, la capacità di capire che l’Italia, suo malgrado, non cambierà per un decreto, ma solo se si interverrà sul tessuto del paese, oggi lacerato da frammentazioni sociali ed economiche profonde. E la politica? Il centro destra si è preso un periodo sabbatico, arranca, ammicca al populismo ma non sceglie perché non ha capito che la salvaguardia del movimentismo passa attraverso il ridimensionamento delle aspettative dei capi tribù. E la sinistra? Difficile capire quali siano le prerogative di una realtà che ha di fatto perso contatto con la gente. Davvero? Mah, se tre indizi fanno una prova ecco più di tre indizi La gente pensa che la globalizzazione sia la principale minaccia? La sinistra spiega che si tratta di una grande opportunità. La gente pensa che l’Unione Europea sia un problema? La sinistra spiega che non è il problema, ma la soluzione. La gente pensa che il terrorismo islamico abbia dichiarato guerra all’Occidente? La sinistra le spiega che non si tratta di una guerra, che l’Islam non c’entra nulla, e che anzi gli attentati potrebbero essere una preziosa occasione per riprendere la costruzione dell’edificio europeo». Perché la sinistra ha perso completamente di vista il problema? Perché sia chi si dichiara “riformista” ed anche chi si dichiara “radicale”, non ascolta la gente e nemmeno la sua gente. Non vuole essere populista per evitare fraintendimenti dal momento che quello del populismo è un lago piuttosto pescoso, ma la pesca che si pratica non è da accademia. E’ una pesca di sopravvivenza che la sinistra che non ama troppo così come essere populista e questo nonostante versi in un momento di profondo disagio e non trovi più il bandolo della matassa. Governa l'Italia, ma ha dovuto accettare un make up che l'ha resa democratico cristiana nella peggior accezione, quella del doroteismo militante. Il vero problema è legato al fatto che questa sinistra non è la “miglior parte del paese ed il vecchio “complesso dei migliori” può essere un limite invalicabile se questa sinistra volesse un giorno governare con i voti “quelli veri”. Il futuro? Chissà la fiducia è negli italiani, meno nella politica.