Ritorniamo sull’argomento delle smart city perché ci siamo resi conto di una cosa. La smart city rappresenta un’innovazione dirompente; è lo scaraventare una città, che è un luogo portatore di una storia, nel futuro.
Sono ventotto i progetti presentati per partecipare alla quinta edizione di SmartCup, il concorso di idee imprenditoriali innovative organizzato dall’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Liguria, in collaborazione con Università di Genova e gestito da Filse. Dei progetti, dieci sono start up e diciotto idee d’impresa, nei quattro filoni in cui è suddivisa la competizione.
La notizia è importante. Il Governo intende “sganciare” dalla creazione dell’anagrafe unica della popolazione residente la creazione di un proprio recapito web attraverso cui ricevere dalla P.a. e da chi svolge servizi pubblici documenti e notifiche, comprese multe e bollette. Questa nuova norma viene inserita nel decreto che correggerà il Codice dell’Amministrazione Digitale e che nell’arco dei prossimi mesi diventerà Legge.
Un interessante studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, pubblicato su “Archeologia e calcolatori” nel 2014, ci offre lo spunto per interrogarci su quali condizioni servono affinché le “città intelligenti” siano anche città di cultura.
La nostra società è da sempre restia ad accettare i cambiamenti tout court. In un mondo in cui la parola d’ordine è oggi to share (condividere), la corsa verso tutto ciò che può essere condiviso è diventato anche un business.