Il Domicilio Digitale
di Piero Giuseppe Goletto
La notizia è importante. Il Governo intende “sganciare” dalla creazione dell’anagrafe unica della popolazione residente la creazione di un proprio recapito web attraverso cui ricevere dalla P.a. e da chi svolge servizi pubblici documenti e notifiche, comprese multe e bollette. Questa nuova norma viene inserita nel decreto che correggerà il Codice dell’Amministrazione Digitale e che nell’arco dei prossimi mesi diventerà Legge.
Andrà bene, anzi benissimo, la PEC. Anzi: il domicilio digitale più lo SPID (di cui abbiamo già parlato) e la PEC insieme potrebbero consentire la gestione online di molte pratiche. Non solo: per il cittadino è tutto facoltativo. Per la P.A. invece sarà un obbligo accettare il dialogo soltanto per via digitale.
Notiamo, nel comunicato stampa del Governo, che l’intervento ha precisi e rilevanti scopi, citiamo testualmente “a) proseguire nell’opera di razionalizzazione delle disposizioni contenute nel Codice dell’amministrazione digitale (…); b. rafforzare la natura di “carta di cittadinanza digitale” della prima parte del Codice, concentrando in essa le disposizioni che attribuiscono a cittadini e imprese il diritto a una identità e a un domicilio digitale, quello alla fruizione di servizi pubblici online in maniera semplice e mobile- oriented, quello a partecipare effettivamente al procedimento amministrativo per via elettronica e quello a effettuare pagamenti online; (…) d. garantire maggiore certezza giuridica in materia di formazione, gestione e conservazione dei documenti digitali; e. rafforzare l’applicabilità dei diritti di cittadinanza digitale e accrescere il livello di qualità dei servizi pubblici e fiduciari in digitale;” Aggiungiamo che c’è un risparmio importante: 250 milioni di euro l’anno di spese postali della Pubblica Amministrazione. Purché l’infrastruttura che dovrà gestire il sistema del domicilio digitale funzioni al meglio.